Aracne Editrice, Roma, 2014
L’ipotesi cautamente emersa nelle precedenti pubblicazioni dell’Autrice è diventata ora allarmante realtà; la volontaria reclusione definita hikikomori, oltrepassando ogni distanza geografica e culturale, è infatti presente anche in Italia. Carla Ricci ce ne svela i tanti aspetti e la complessità, ponendosi come caposcuola di una indagine fuori dai confini nipponici, tramite una innovativa analisi comparativa con il fenomeno giapponese da cui emergono inquietanti affinità.
L’evidenza sottolineata dall’Autrice è che hikikomori, anche in Italia, non può essere considerato l’esito di problemi personali ma il risultato di molte concause determinate anche da un modo di procedere incauto e confuso che appartiene agli uomini contemporanei e che inevitabilmente influenza bambini e adolescenti. Alla parola hikikomori occorre quindi abituarsi, prepararsi, conoscerne le circostanze ed occorre saper accettare il fatto che nessuna famiglia – potenzialmente in nessun luogo del mondo – può definirsene immune proprio perché la volontaria reclusione ha una profonda relazione con lo smarrimento psichico che, ancor prima del giovane, appartiene alla sua famiglia.
Armando Editore, Roma, 2012
Un’ affascinante esplorazione del Giappone che ci svela di luoghi veri e metaforici in cui, incamminandoci, finiamo per incontrare parte di noi stessi. A tale osservazione ci affidiamo ed essa ci ricompensa rivelandoci sottili contenuti e inedite percezioni anche verso ciò che ci sembrava estraneo, come lo smarrimento provocato dai fatti estremi di Fukushima o l’alienazione dei giovani auto-reclusi (ora diventati realtà anche italiana).
Il viaggio penetra poi sinuosamente il tempo e ci conduce in un Giappone remoto che ci emoziona poiché riscopriamo in esso frammenti anche di un nostro perduto sentire. Esso prosegue poi il suo cammino narrandoci di alcuni uomini - samurai e poeti - che, aspirando a comprendere di sé e del mondo in una differente dimensione, tentarono di dar forma, ciascuno a suo modo, alla Solitudine Liberata presentata dall’autrice.
Hikikomori è un fenomeno nato in Giappone negli anni ottanta. Attualmente coinvolge oltre un milione di giovani, la maggior parte di sesso maschile, che in maniera apparentemente non motivata, si ritira nella propria stanza e lì vi rimane ininterrottamente per lunghi periodi, spesso molti anni. Contrariamente a tante altre forme di forme di disagio adolescenziale, i giovani Hikikomori si spingono oltre, proprio perché il loro ritiro rappresenta un rifiuto totale: lasciano la scuola, abbandonano gli amici interrompendo ogni tipo di comunicazione.
L' autrice narra della sua intensa esperienza di campo, ne riporta le voci raccolte di medici, psicologi, sociologi e gente comune, presentandoci uno scenario sociale tutt'altro che tranquillizzante. Ciò nonostante la chiave di lettura che emerge è quella di corpi, corpi sovversivi, che attraverso la loro volontaria reclusione compiono azioni forti e fanno esplodere le contraddizioni e i lati oscuri di ogni società.
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